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sabato 28 aprile 2012

Recensione congiunta di Una Settimana fra le Groane

Recensione di un evento.
Oltre 35.000 visitatori, tra arte e cibo... per un nuovo Nord-Ovest Milano.


Era cominciata con un cartellone pieno di promesse questa V edizione di Una Settimana fra le Groane. Un cartellone caratterizzato da un’immagine ad altissimo valore simbolico: un uomo sulla soglia dell’età adulta, spalle rivolte al pubblico, che indossa un cilindro ed una mela e guarda dirimpetto la Coffee House di Villa La Valera. Non solo un omaggio a Magritte, ma un rovesciamento del senso della sua opera: nella tela del surrealista l’impossibilità di vedere il volto del protagonista è – tra gli altri significati – negazione della sua identità; qui invece il volto è solo apparentemente invisibile perché l’identità del giovane è nel bene culturale che egli sta osservando, che – come uno specchio invisibile – riflette il suo vero volto, volto che è costituito dall’intero bagaglio di valori, conoscenze, tradizioni e senso estetico di cui il nostro patrimonio culturale è massima testimonianza materiale e tangibile.
Il suo volto è riflesso nella Coffee House perché noi siamo i nostri beni culturali.
In questa cornice la mela sul cappello diventa ad un tempo riferimento scherzoso al tema dell’expo 2015 (feeding the planet: l’alimentazione e la sostenibilità produttiva) - evento che investirà anzitutto il nord-ovest Milano in quanto territorio ospitante le strutture fieristiche – ma anche e soprattutto allusione alla connessione tra arte e cibo. Una connessione, quest’ultima, che nell’ultimo paio d’anni è stata sbandierata così a lungo e in così svariate (e non sempre consone) forme da essere ridotta ad una moda, svilendone in parte l’alto significato etico e culturale. Si tratta in realtà non di una passeggera tendenza del momento, ma di un legame imprescindibile che merita di essere sempre rimarcato perché amare l’arte significa amare il paesaggio e amare il paesaggio significa amare la nostra tradizione agricola, quella che nelle piccole-medie estensioni di terra ha disegnato le forme del nostro territorio prima che l’agricoltura intensiva inquinasse risorse idriche e terreno e trasformasse la Lombardia nella patria del cibo chimico e delle filiere lunghissime che portano sulle nostre tavole pomodori olandesi e aglio spagnolo, senza più cucina tradizionale, senza più sapori locali, senza più rispetto per la nostra bellissima alta pianura asciutta, quella pianura che Carlo Cattaneo definiva “patria artificiale” per l’abilità con cui uomini di enorme ingegno e grande dedizione avevano saputo deviare fiumi, creare canali e inventare distretti produttivi, trasformando la grande ricchezza d’acqua delle nostre terre in ricchezza economica per gli abitanti. Amare il paesaggio, dunque. E con esso la salute del territorio nonché la nostra. Si torna così a parlare di cibo sano e di biodiversità, perché l’identità è un valore complesso che si costruisce a strati, perché Firenze non è Firenze senza la cupola di S. M. del Fiore e senza la fiorentina, Alghero non è Alghero senza i bastioni spagnoli e senza i pirichitti e il milanese non è il milanese senza Villa Arconati e senza il risotto. Un’identità che merita di essere riscoperta non solo per quei visitatori che ci raggiungeranno per l’expo, ma anche e soprattutto per noi che l’abbiamo ereditata e costruita con il nostro operato. Ed ecco che così, in mezzo a moltissime e ancora nascoste (o in fase di realizzazione) iniziative legate al km 0 e alla riscoperta di antichi sapori e marchi locali, nasce l’idea della Settimana del Risotto, un’occasione per riscoprire assieme la bellezza dei nostri beni culturali e il piacere dei nostri sapori, visto che in fondo questi costituiscono due diverse facce della stessa identica mela.
A questo cartellone pieno di promesse hanno risposto tanti, tantissimi visitatori. Molti più di quelli che l’inclemenza del tempo, la difficoltà del periodo storico, l’impossibilità di aprire alcuni beni al pubblico (tra cui il Museo dell’Alfa di Arese e Villa Borromeo di Senago, tra i più amati dal pubblico) e le precedenti edizioni potessero far prevedere: più di 35.000 cittadini hanno preso parte all’evento per assistere alle visite guidate o agli spettacoli e più di 2.800 hanno assaggiato i risotti disponibili nei ristoranti che hanno aderito all’iniziativa. Cifre da record che hanno reso tutti i responsabili del progetto e i volontari che li hanno affiancati estremamente orgogliosi del risultato raggiunto e speranzosi nel progetto culturale-sociale-economico che rassegne di questo tipo stanno cercando di costruire per il territorio. Su un disegno siffatto si poggia infatti SUPERMilano, il sistema culturale che da questo gennaio unisce 16 comuni tra il bollatese e il rhodense per la gestione integrata dei beni culturali dell’area con lo scopo di costruire un’unica gigantesca rete che porti alla collaborazione tra istituzioni pubbliche e private, pubbliche amministrazioni e associazioni, enti no profit e attività commerciali/produttive dell’area per dare vita ad un rinnovato Nord-Ovest Milano, consapevole del suo passato e capace di costruire un nuovo disegno, sostenibile a livello ambientale ed equo a livello sociale, per il suo territorio.
Una guida volontaria di Cesate ha salutato alcuni visitatori del Santuario della Beata Vergine delle Grazie dicendo loro “siete la parte migliore d’Italia”. E tutti coloro che hanno preso parte alla Settimana o la sostengono in mille modi diversi (anche solo credendo nel suo disegno) lo saranno davvero se sapranno costruire, tutti assieme, qualcosa di più grande di loro stessi, che vada a favore non d’interessi localistici o personalistici, ma di un intero territorio.
Grazie davvero a tutti coloro che hanno partecipato a questa V edizione e appuntamento all’anno prossimo… per una nuova Settimana fra le Groane, con ancora più arte… e ancora più risotto!

Se Il Giardino delle Muse, secondo i suoi criteri costitutivi, si è occupata di visite guidate, Finis5Terrae, nostra partner istituzionale, da sempre attenta alle possibilità turistiche e culturali del territorio, si è interessata dell’aspetto enogastronomico, prendendo parte con il suo gruppo alla Settimana del Risotto. Vi consigliamo di leggere l’ottima recensione fatta da Finis sull’evento, direttamente sul suo sito… Vi farà venire l’acquolina in bocca!